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“Esercitazione Tiberis”: maxiemergenza squarcia il silenzio nella gelida notte della Valtiberina

Centinaia di mezzi e operatori impegnati a Sansepolcro, Pieve Santo Stefano e Anghiari

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Le sirene nella notte hanno squarciato il silenzio in tutta la Valtiberina. Decine e decine di mezzi del 118, dei vigili del fuoco, del Corpo forestale dello Stato, delle amministrazioni comunali della Valtiberina, della protezione civile, delle forze dell’ordine, del volontariato sono accorsi dalle 23,00 fino a tarda notte in tre precise località (Sansepolcro, Anghiari e Pieve Santo Stefano), chiamati d’urgenza per le conseguenze drammatiche provocate da una fortissima scossa di terremoto. Una scossa tellurica del IX grado della scala Mercalli (4.9 Richter): rievocazione del sisma che colpi la Valtiberina nel 1948.
L’intervento, massiccio, è stato in tutto e per tutto reale, con una ambientazione anche dal punto di vista tecnico assai credibile, grazie alla presenza di oltre sessanta comparse messe a disposizione dalla Croce Rossa Toscana, truccate da feriti, morti o persone in preda al panico.
Si è trattato, di una esercitazione (“Esercitazione Tiberis “) per testare i piani di maxiemergenza che sono predisposti in ogni zona e per ogni tipo di evenienza. Ogni anno il sistema viene testato in condizioni diverse l’una dall’altra. Si è passati dalla simulazione di un attentato al treno (inscenato all’interno della stazione di Arezzo), ad una alluvione in Valdarno e in Casentino, allo scoppio di un impianto chimico a Terontola.
Adesso la simulazione del terremoto in Valtiberina. Voluto di notte e con un freddo inatteso che ha messo a dura prova tutta l’organizzazione. Ma che ha fornito valide indicazioni sugli aggiustamenti da apportare al piano delle emergenze. Centinaia le persone impegnate nei tre “teatri” individuati e comunicati solo all’ultimo istante in fase di “esercitazione della maxiemergenza”. Unico modo per verificare la capacità di reazione del sistema e non di meno, anche l’atteggiamento delle popolazioni che in un primo momento, hanno avvertito chiaramente, visto lo spiegamento di forze, l’impatto di una situazione di reale emergenza.
L’allarme è scattato alle 23 esatte e alle 23,01 si sono mossi i primi mezzi convergenti in valtiberina, sia dal luogo che da altre parti della provincia. Poi la “catena” organizzativa ha allertato in pochi minuti tutti gli enti che sono coinvolti in queste circostanze, attivando la prevista catena di comando.
Proprio avendo preso come “evento calamitoso modello” un terremoto simile per effetti a quello che davvero subito nel 1948 dalla Valtiberina, a Sansepolcro si è simulata la necessità di  soccorrere feriti e crolli in piccoli ambienti nel centro della città;  a Pieve Santo Stefano simulazione di recupero feriti e morti,  in aree non urbanizzate in collaborazione con il corpo forestale dello Stato e messa in sicurezza dei luoghi; ad Anghiari, analogamente a Sansepolcro, simulazione di soccorso di feriti e di persone in preda al panico, e crolli in piccoli e angusti ambienti.
Le operazioni sono state rese difficoltose dalla notevole presenza di ghiaccio in alcune strade che hanno messo a dura prova mezzi e uomini.

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